Scarpe da arrampicata EB, il più antico marchio di scarpette | Amorini
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EB, il più antico marchio di scarpe da arrampicata

26 AGOSTO 2024

Le avete viste, si stanno diffondendo sempre di più, sono le scarpe da arrampicata EB. Probabilmente se hai più di 50 anni, non avrai bisogno di leggere questo articolo, e molto probabilmente ne hai già avuto un paio ai piedi, se sei un appassionato di storia dello sport, anche se non le hai mai neanche provate, sicuramente conosci questo marchio.

Se invece fai parte di quella nuova, dirompente generazione di giovani climbers che si è avvicinata a questa disciplina negli ultimi dieci anni, o dopo l’esplosione incredibile che questo sport ha avuto negli ultimi tre anni, troverai molto utile quello che abbiamo scritto qui.

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Dagli inizi del 2024, forte della nuova mole di praticanti dell’arrampicata, il marchio di scarpette da arrampicata EB ha deciso di ritornare anche nel mercato italiano e di provare a condividere gli scaffali dei negozi con i suoi storici vicini scomodi, come La Sportiva, 5.10 e Scarpa, ma facciamo un passo indietro, e in particolare un contesto storico, per capire da dove sbucano queste EB, e perché è il marchio più antico di scarpette.

Negli anni ’30, Pierre Alain, un giovane scalatore parigino, si appassiona all’arrampicata sui massi di Fontainebleau. Scopre presto che le scarpe da ginnastica sono più efficaci degli scarponi da arrampicata usati per l’alpinismo, ma sono meno durature, soprattutto ai lati, e mancano di precisione a causa della loro forma. Per ovviare a questi problemi, Pierre rinforza le sue scarpe con pezzi di gomma.

Nel 1947, spinto dalla sua passione per l’arrampicata, Pierre Alain inizia a progettare una scarpa specifica per l’arrampicata insieme a un calzolaio, creando così il modello PA, che inizia a essere utilizzato da un ristretto gruppo di scalatori.

La nascita delle scarpe da arrampicata EB

Nel 1950, Edmond Bourdonneau, un esperto calzolaio, acquista l’attività di Pierre Alain e continua a produrre la scarpa da arrampicata, ora chiamata appunto EB e caratterizzata da un marchio distintivo. Questo segna un momento storico per le scarpe da arrampicata.

Nel 1967, le scarpe da arrampicata EB fanno il loro debutto nel catalogo “Au vieux campeur“, e l’anno successivo il modello prende il nome di “Super Gratton“, diventando sempre più popolare tra gli scalatori. Negli anni ’70, con l’aumento dell’arrampicata su roccia, EB diventa leader mondiale, esportando soprattutto nel Regno Unito e negli Stati Uniti, dove il marchio si diffonde anche grazie ai premi vinti per l’esportazione.

Nel 1975, Jean-Claude Droyer, pioniere dell’arrampicata libera, scala la torre Montparnasse con le Super Gratton, consolidando ulteriormente la reputazione del marchio. Nel 1982, EB lancia un nuovo modello, la Mestria, che si distingue per la sua suola in gomma resinata. Questo sarà il punto focale della gloriosa e trentennale storia di EB, perché le Mestria vengono considerate un vero flop, e il mercato, in particolare del distretto calzaturiero italiano, non è rimasto a guardare, e seppur nel 1985 Jean-Baptiste Tribout si unisce al team EB, per contribuire allo sviluppo di nuovi prodotti, contemporaneamente al lancio delle Mestria, in Italia La Sportiva lancia, sempre nel 1982, le Mariacher, scarpette rivoluzionarie ed iconiche già all’epoca visto il blasonato nome che portavano, che ricordavano le Super Gratton più di quanto le EB stesse facessero, e non solo, andavano a riempire buchi di distribuzione lasciati da EB in quegli anni e venivano seguiti da modelli totalmente differenti, rispettivamente nel 1984 e nell’86, le prime ballerine e le Mega, scarpe basse ed arcuate.

Il declino e la rinascita

E’ la fine di EB, in Italia non se ne sentirà più parlare, e anche nel nord Europa, dove ancora le scarpe da arrampicata EB riuscivano a competere vista la più facile distribuzione, sparirà per quasi 10 anni, fino alla sua rifondazione nel 1995 con Jean-Claude Delubriac, che ripartirà e inizierà a vendere in Francia nuovi e particolari modelli di scarpette. Seguirà un altro cambio di proprietà e nel 2009 ricomincerà anche l’esportazione e lo sviluppo dei primi modelli iconici come la Django, fino ad arrivare al 2014, quando niente meno che Sebastien Bouin inizia ad indossare e sviluppare scarpette EB, una su tutte, la Balboa, col quale comparirà sull’annuale di arrampicata Reel Rock, e con la quale ha contribuito alla libera di DNA, nel Verdon, secondo 9c della storia.

Il 2020 è stato un’anno duro per tutti, ma una grande fortuna per EB, l’esplosione dell’arrampicata sportiva, anche grazie alla sua presenza alle olimpiadi, e la difficile reperibilità delle scarpette concorrenti, dovuta ai problemi logistici con la Cina, ha permesso ad EB di espandersi a dismisura, fino a tornare nel 2024 in Italia, portando innovazione e soprattutto comfort, core-feature di tutti i modelli EB, e sensazione sempre più ricercata anche dagli arrampicatori di vecchio stampo.

Ed eccoci qui, le EB sono tornate, essenziali, comode e non passano inosservate, le Balboa sono le più “classiche” se così le vogliamo definire, mezza suola, gomma morbida e molto arcuate, le Nebula le più morbide sul mercato, senza intersuola, dalla tomaia sottilissima e dal tallone poco tensionato, le Guardian, una lama, un coltellino svizzero, morbide ma sostenute, con tanta aderenza ma altrettanta durata, perfette sui piccoli appigli e da spalmare, le Red, una scarpetta da boulder vecchio stile, con suola intera e doppio strappo, per i falesisti più impavidi, e potremo andare avanti all’infinito (ma anche no, perchè i modelli base di EB ad oggi sono “solo” 10).

Quindi, noi le abbiamo tutte, le usiamo e ne siamo innamorati, per la loro essenzialità, economicità, comodità e per la loro estetica un po’ virtuosa, un po’ retrò, ci permetteranno le Balboa di liberare un 9c? non credo, e le Nebula di conquistare una finale olimpica come Paul Jenft? non crediamo. Ma di certo è un’ottima alternativa, e una boccata d’aria fresca nel sempre più ricco mercato delle scarpette da arrampicata.

Amorini
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