Azienda Cardioprotetta – Defibrillatori automatici e semiautomatici
Sapresti come chiamare il 118 in caso di emergenza per arresto cardiocircolatorio? Sai distinguere le caratteristiche di un defibrillatore automatico e di uno semiautomatico? Queste sono solo alcune delle domande approfondite durante il Seminario “Azienda Cardioprotetta” – riguardante la Cardioprotezione in Umbria – che si è tenuto il 14 febbraio a Perugia, da Amorini.
La giornata era delle migliori e l’occasione era propizia. Scegliere San Valentino per parlare dell’importanza della cardioprotezione, specie nei luoghi di lavoro, è stato lungimirante: il direttore del 118 dell’Umbria, Dott. Francesco Borgognoni, il Dott. Sabino Preziosi – cardiologo, anestesista e medico di elisoccorso –, lo staff della nota azienda Cardiac Science e un vasto numero di partecipanti hanno scelto di approfondire la tematica.
La cardioprotezione in Umbria
L’evento, gratuito ed aperto a tutti, ha registrato numerosi interventi: la giornata è stata aperta dall’Ing. Brustenghi (CEO di Amorini), che ha illustrato il progetto “RIANIMO” – una campagna di sensibilizzazione riguardo all’importanza della promozione di dispositivi salvavita nella zona di Perugia e Ponte Felcino.
Il Dott. Borgognoni ha proseguito illustrando numerosi case studies della situazione Umbra e non solo: ha raccontato esperienze personali, figlie del suo ruolo in prima linea presso la centrale operativa del 118 dell’Umbria, riportando dati, statistiche e infografiche esplicativi mirati a confrontare il numero dei morti da “male silenzioso” – come ha definito l’arresto cardiaco – in situazione di presenza o assenza di DAE (Defibrillatore Automatico Esterno).
Il contributo del professore non si è esaurito ad un mero confronto statistico ma si è articolato perseguendo uno scopo ben preciso: promuovere la cultura della sicurezza. “C’è da lavorare tantissimo” continua Borgognoni, “specie in un settore che reputo di estrema importanza, ovvero quello dei bambini e dei ragazzi”, conclude intervistato dal Tg3 Regionale.
Interessantissimo l’esempio fatto della città di Seattle, perla bianca per le morti da arresto cardiocircolatorio. Lì, stando ai dati, in caso di arresto cardiaco, si salva statisticamente il 50% della popolazione. Non soltanto per la capillarità di dispositivi presenti nella metropoli, ma anche – e soprattutto – per la capacità da parte dei cittadini di effettuare le giuste manovre di soccorso in caso di necessità, “lì è materia scolastica, viene insegnato fin da piccoli ad operare un corretto massaggio cardiaco” chiosa il Professore.
Cosa prevede la legge
Dopo aver discusso del sistema locale di riferimento, Alessandro Fummi – Sales & Business Development Management di Cardiac Science Italia – ha parlato dell’attuale contesto legislativo, approfondendo lo stato della situazione dei provvedimenti di futura adozione, specie del DDLS. 1441, “Disposizioni in materia di utilizzo dei defibrillatori semiautomatici e automatici in ambiente extraospedaliero” il cui obiettivo è “volto a favorire la progressiva diffusione e l’utilizzazione dei defibrillatori semiautomatici e automatici esterni”.
In Italia, muoiono ogni anno 70.000 persone a causa di un arresto cardiaco improvviso. In questa situazione, per ogni minuto trascorso senza defibrillazione la possibilità di sopravvivenza diminuisce del 10%. È per questo che, come sottolineato dal Dott. Fummi, la legge prevedrà l’obbligatorietà ad alcuni attori di dotarsi di un DAE, fra questi: aereoporti, stazioni ferroviarie, autobus, scuole, università e tanti altri player. A seguito dell’approvazione, gli Enti territoriali potranno incentivare l’installazione dei DAE in luoghi quali centri commerciali, condomini, alberghi e posti aperti al pubblico.
Un altro aspetto cardine è l’introduzione del principio del “Buon Samaritano”: chiunque potrà usare un AED senza paura di incorrere in sanzioni, anche senza aver frequentato un corso di abilitazione all’uso. Si rinforzerà l’attuale legge Balduzzi per le associazioni sportive, richiedendo alle società sportive di avere il DAE anche durante gli allenamenti e non solo nelle competizioni (come previsto dall’attuale norma).
Per concludere il quadro normativo va detto che, con l’obiettivo di rendere il 118 in grado di localizzare tempestivamente il DAE più vicino e fornire indicazioni ai soccorritori chiamanti, sarà obbligatorio per i soggetti pubblici o privati in possesso di un DAE darne comunicazione al sistema di emergenza sanitaria di competenza territoriale, indicando il numero dei dispositivi, le caratteristiche, la marca e il modello, l’esatta ubicazione, gli orari di accessibilità al pubblico, la data di scadenza dei consumabili e i nominativi dei soggetti che hanno la certificazione all’uso del DAE. Per tutti gli apparecchi acquistati dopo l’entrata in vigore della legge, la comunicazione al sistema di emergenza sarà fatta dal venditore
Automatici, semiautomatici e parere dell’esperto
L’evento si è concluso con una dimostrazione pratica ad opera di C. Vento e A. Molteni, rispettivamente responsabile di area e direttore commerciale di Cardiac Science, che hanno illustrato peculiarità, differenze a analogie dei due dispositivi: automatici e semiautomatici. Sono giunti alla conclusione che, stando la differenza macroscopica nella presenza – o assenza – di un meccanismo di scarica automatico, il primo è più indicato per personale non specializzato mentre il secondo per chi ha già nozioni di primo soccorso.
Della stessa idea anche il Dott. Sabino Preziosi, particolarmente affascinato dal macchinario completamente automatico di Cardiac Science (PowerHeart G5), che, concludendo l’evento, ha condiviso la sua esperienza con tutti i partecipanti. Il defibrillatore automatico “aiuta a tenere sotto controllo il panico, per di più in un momento nel quale è normale che ci sia”, sottolinea il cardiologo, e continua “imparare le tecniche di rianimazione cardiopolmonare è importante, ma lo è ancor di più imparare a comunicare con il 118. Molte persone adulte non sanno approcciarsi, se non ti sai approcciare al sistema non riesci ad interagire e ad avere una risposta efficace. Non si può chiamare senza dare dei dati, perché in simultanea arrivano tante chiamate e l’infermiere che riceve la richiesta d’emergenza ti aiuta meglio se lo informi meglio”
L’importanza della manutenzione, la conoscenza dei mezzi e una pronta accessibilità sono state le tre tematiche sulle quali si sono tirate le fila dell’evento “Azienda Cardioprotetta”. Sia il personale sanitario, i Dott. Borgnononi e Preziosi, che il team di esperti di Cardiac, Molteni, Vento e Fummi, hanno sottolineato l’importanza cruciale di questi aspetti, mettendo in evidenza il fatto che una macchina – per salvare vite e tramutarsi in valore aggiunto – deve essere facilmente reperibile, di pratica fruizione e, in particolar modo, sempre pronta. La manutenzione è la chiave di volta che può far la differenza in casi di vita o morte: piastre, batterie ed elettrodi devono essere sempre tenuti sotto controllo.
A. Freddio
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